domenica, novembre 05, 2006

Arriva il freddo.

Ora, io non mi ricordo se è stato mercoledi o giovedi, fatto sta che la pedalata mattutina si è fatta improvvisamente impacciata.
Esco di casa, poche centinaia di metri di strada...vampate di caldo contrastano sferzate di vento, dita ghiacciate all'istante, il lettore mp3 si scarica nel momento in cui confidavo nel suo appoggio per affrontare Milano.
Gli automobilisti si intesiscono all'istante nonostante la temperatura dei loro abitacoli li mantenga artificialmente lontani dall'atmosfera che solo un pedalatore d'ogni giorno respira ed apprezza, e a volte disprezza, nella sua metamorfosi stagionale.
Le vesti mutate della città caratterizzano e influenzano due milioni di comparse impegnate nel continuo, quotidiano tentativo, di divenire protagonisti...poco interessati a cambiare trama.
O così mi appare.

Le vesti mutate della città accompagnano il faticoso intrecciarsi delle storie, ad essere fortunati è possibile godere dell'atmosfera fredda e ovattata di queste strane giornate.
Respirare una sensazione di estraneità osservante, fermarsi a scrutare, profumo di caffè appena uscito, sapore di caffè appena uscito.
Fumi irreali avvolgono occhi sonnolenti eppure acuti, gusto la ricerca di momenti di serenità.
Sfioro attimi di serenità, ne percepisco il fascino.

Dentro il caffè un goccio di latte.

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